Un delitto efferato dal futile movente.
La storia che vi racconto oggi è avvenuta cinque secoli fa, a palazzo Sersanti in Imola:
Palazzo sersanti |
Questi gliela nega, nasce un diverbio e il Romano a fil di spada ferisce gravemente Guidarello nell'attuale palazzo Sersanti.
Statua funebre di Guidarello Guidarelli |
A conoscenza del fatto Cesare Borgia prende una decisione drastica: ordina che si catturi il Romano e gli fa tagliar la testa.
In memoria del povero Guidarello il Valentino, ordine allo scultore veneziano Tullio Lombardo di fare una statua in marmo; oggi conservata all'Accedemia di Belle Arti di Ravenna.
Come si sa la storia a volte si ripropone in tempi e modi differenti, forse perché sono in gioco delle energie che noi non conosciamo... quindi per stare in tema del post, vi racconto un'altro avvenimento, ma questa volta personale, avvenuto sempre a palazzo Sersanti.
Era il 1993 ero nella mia fase Grunge, ascoltavo dalla mattina alla sera gruppi musicali quali Nirvana, Soundgarden, Pearl Jam, Alice in Chains, Mudhoney e tanti altri. Il mio abbigliamento del periodo, era molte semplice ed era sempre lo stesso sia in estate che in inverno: jeans, scarpe da ginnastica, maglietta di un gruppo heavy metal e camicia a quadri rigorosamente fuori dai pantaloni, sbottonata e con le maniche arrotolate, anche in inverno!
Io ed una amico nel 1991 |
Me la ricordo bene... alla fine io me ne andai e lei si divertì alla sua festa del Sersanti... Ci mancava il finale cappa e spada ed avevo il ben servito come il povero Guidarello... non era la mia camicia il problema, era la paura del giudizio delle persone, il mostrarsi accanto ad una persona che si presenta per quello che era. L'ho capito a distanza di tempo, avevo sbagliato non dovevo accettare l'invito, non era il mio ambiente, il mio contesto, ero un pesce fuor d'acqua ma, per lei... al diavolo!E fu sempre lei ad allontanarmi!
Il mio consiglio? Non andate a feste in palazzi antichi, specialmente quelli in cui ci sono stati degli omicidi, la storia si potrebbe riproporre!
Dopo avervi parlato del mal capitato Guidarello e della mia vicenda, ora torno serio e vi parlo del Palazzo in cui si sono svolti i fatti da me narrati.
Palazzo Sersanti |
Palazzo Sersanti deve la sua costruzione a Girolamo Riario, marito di Caterina Sforza e nipote del Papa Sisto IV.
Giunto ad Imola nel 1481 come signore della città, Riario vedeva Imola degna sede della nuova Signoria romagnola che sarebbe cresciuta sotto la tutela pontificia.Furono queste le fondamenta sulle quali venne costruito palazzo Sersanti. Se la volontà di creare a Imola un’adeguata struttura di corte, il palazzo della signoria, faceva parte di un più ampio programma di rinnovo urbanistico ed economico della città.
Il palazzo con l’elegantissima facciata in cotto a vista è movimentata da 14 archi con colonne di arenaria ornate da bei capitelli. Le finestre del piano nobile, gli archi del portico, il cornicione, sono in terracotta elegantemente lavorata.
Un cavalcavia doveva collegarlo ad un giardino la cui entrata è rintracciabile nella laterale via Adrovandi al n.29, ancora marcata da un elegante arco in cotto.
Con la morte di Sisto IV finì il supporto del papato, necessario a Riario, i lavori nei cantieri imolesi furono sospesi e il palazzo rimase incompiuto.
Rimanevano insoddisfatte anche le ambizioni egemoniche del Conte, e l’idea e le speranze cittadine di un’Imola capitale Signorile svaniva pian piano, mentre gli ambienti vuoti del piano nobile di palazzo Sersanti erano riempiti di granaglie e utilizzati come magazzini.
Con la morte del marchese Francesco Maria Riario si esaurì il ramo bolognese della dinastia Riario e la proprietà del palazzo passò a parenti collaterali della famiglia quali i Savorgnan e i Martinengo.
Dopo la fine della signoria, il palazzo modificò la sua destinazione di uso e gli ambienti del piano terreno furono per lungo tempo occupati dalle botteghe dei “garzolari” che conservavano i bachi da seta nelle stanze dell’ammezzato.
Non cambiava la destinazione del palazzo, alla cui incompiutezza si aggiungevano, con il passare degli anni, i segni dell’usura : la famiglia Martinengo, residente a Venezia, traeva solamente dall’edificio i proventi degli affitti senza curarsi della manutenzione. Nel 1796 comparve per la prima volta il nome di Pietro Sersanti quale livellario perpetuo dell’edificio.
Lo stato di abbandono del palazzo fu interrotto alla fine del ‘800 quando, grazie all’intervento del Comune di Imola e della locale Cassa di Risparmio vennero avviati i primi lavori di ristrutturazione.
Nel 1912 la costituzione di una Società anonima “Condominio di Palazzo Sersanti” fu voluta da un gruppo di maggiorenti locali allo scopo di proseguire alla ristrutturazione e rendere agibili i locali del piano superiore. I risultati di quell’intervento, che ridiede alle finestre la luce originale e sistemò lo scalone e gli ambienti del piano nobile, sono quelli che oggi conosciamo.
Palazzo Sersanti, è stato acquisito nel 2001 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, che ha continuato nel'opera di miglioramento dell'immobile.
Particolare degli archi del palazzo |
L'ingresso del palazzo |
Particolare dell'ingresso |
Particolare, targhe del Circolo Sersanti e della Fondazione |
Un palazzo nel cuore della città di Imola, modesto ma bello; ritengo giusto, doveroso preservarlo e valorizzarlo anche per le generazioni future. Forse il tempo delle feste è finito, ma la sua storia non si può cancellare.
In memoria del condottiero Ravennate...
«Qual Scipio, qual Camillo e qual Marcello eran di Roma il glorioso onore, dando a sua bella patria un tal splendore che vien cantato ancora da questo e da quello; tal il Fabbro, Gorlino e il Guidarello de l'antica Ravenna il ver decore eran; e sì che in suo proprio valore Italia esser potea senza flagello.
Piangi afflitta Ravenna, che per morte spogliata sei d'ogni tua fama e gloria, poi che il buon Guidarel giace, sotterra.
Sol era ai primi il cor prudente e forte nell'arme; e questo, in duplicata storia; era un Catone in pace, un Marte in guerra.»
Bernardino Catti,
La morte di Guidarello cavaliere ravennate, 1502
Piangi afflitta Ravenna, che per morte spogliata sei d'ogni tua fama e gloria, poi che il buon Guidarel giace, sotterra.
Sol era ai primi il cor prudente e forte nell'arme; e questo, in duplicata storia; era un Catone in pace, un Marte in guerra.»
Bernardino Catti,
La morte di Guidarello cavaliere ravennate, 1502