lunedì 9 dicembre 2013

La croce del Nord - Il radiotelescopio di Medicina

Il radiotelescopio con la sua parabola di 32m...
La "Croce del Nord"...


Un radiotelescopio è un telescopio che, è specializzato nel rilevare onde radio emesse da processi fisici che avvengono nello spazio. Le onde radio sono una parte dello spettro delle onde elettromagnetiche con una banda di frequenza compresa tra 0 e 300 GHz ovvero con lunghezza d’onda da 1 mm all’infinito e, data la debolezza dei segnali astronomici, occorrono grosse antenne, dette radiotelescopi.
La radioastronomia è un campo dell'astronomia che si occupa appunto dello studio della banda radio ed è un campo relativamente nuovo della ricerca astronomica.

Nikola Tesla nel laboratorio a Colorado Springs fù il primo a registrare onde cosmiche emesse da nuvole interstellari e da stelle giganti rosse.

Il radiotelescopio più conosciuto, che è anche quello più grande è il radiotelescopio di Arecibo in Porto Rico, mentre il più grande radiotelescopio europeo, si trova a Bad Münstereifel-Effelsberg ed composto dalla grande antenna di 100 metri di diametro.
In Italia ci sono tre radiotelescopi medi, a Medicina (quello che ho visitato l’altro giorno) in Emilia-Romagna, a Noto in Sicilia, e il Sardinia Radio Telescope a San Basilio (CA); le prime due installazioni hanno parabole con un diametro di 32 metri mentre la terza di 64m. A Medicina si trova anche un radiotelescopio più grande, una serie di archi di parabola disposte lungo due bracci della lunghezza di 560 e 625 metri  con un'area di raccolta complessiva di oltre 30000 mq.

In generale l'area della parabola è importante per la rivelazione di segnali radio estremamente deboli, mentre diametro è la ragione per un comparabilmente alto potere risolutivo, ossia la più piccola distanza in cielo alla quale due oggetti diversi possono ancora vedersi separati. Alla lunghezza d’onda di 1.3 cm questa risoluzione è di 35 secondi d’arco, che è 2 volte più alta di quella dell’occhio umano nel visibile. Può essere impiegato per osservare radio emissione da oggetti nel cielo nell’intervallo di lunghezze d’onda da 90 cm fino a 3.5 mm
Nel 1974 Martin Ryle e Antony Hewish dell'Università di Cambridge hanno ricevuto il premio Nobel per aver inventato l'interferometria radioastronomica ovvero un metodo di misura che sfrutta le interferenze fra più onde coerenti fra loro grazie all’utilizzo di una combinazione di numerosi radiotelescopi, i quali possono essere usati come un'unica antenna "virtuale" più grande.
Al giorno d'oggi, quasi tutti i radiotelescopi utilizzano la tecnica interferometrica.
Il più grande raggruppamento di radiotelescopi è il Very Large Array (VLA) a Soccorro negli USA.

La costruzione delle antenne è invece meno difficile di quanto possa sembrare, perché come ogni telescopio la loro superficie può permettersi di contenere errori non più grandi di una picco la frazione della lunghezza d’onda osservata. Mentre per i telescopi ottici questo comporta precisioni elevatissime (milionesimi di millimetro), per i radiotelescopi errori di interi millimetri sono a volte accettabili.
La croce di Medicina è composta non da una superficie uniforme ma da una serie di fili tirati, vicini gli uni agli altri, finché i “fori” (quadrati di 2cm) sono molto più piccoli della lunghezza d'onda osservata, l'osservazione non ne risentirà.
La debolezza delle emissioni radio celesti fa sì che i radiotelescopi moderni siano, grazie al loro grande diametro e alla sofisticata tecnologia dei ricevitori, estremamente sensibili. Questo rende a volte problematiche le osservazioni perché le interferenze terrestri, originate da sorgenti radio artificiali ben più potenti e vicine, vengono "viste" al posto degli oggetti celesti.
È permanentemente in corso una battaglia "politica" in sordina tra la comunità astronomica e i vari governi sparsi per il mondo, per preservare almeno una parte dello spettro radio dalle onnipresenti emissioni terrestri, ma il peso economico di queste ultime è in genere preponderante.

I radiotelescopi possono osservare molti tipi di oggetti diversi: le pulsar radio (stelle di neutroni) o i quasar sono gli esempi più famosi e spettacolari, ma osservazioni egualmente importanti e possibili solo con i radiotelescopi sono la mappatura dell'idrogeno (che consente di ricavare la "geografia" della nostra e delle altre galassie in modo molto accurato) e la misura della abbondanze dei diversi elementi e molecole nello spazio. I radiotelescopi sono anche usati per compiti come la comunicazione con le sonde spaziali attualmente in viaggio, e per misure riguardanti il moto della Terra e la deriva dei continenti: le grandi lunghezze d'onda della banda radio rendono semplice il confronto tra radiotelescopi diversi sparsi per il mondo che osservano una stessa sorgente, sia in diretta sia in differita, utilizzando osservazioni registrate. Tali confronti possono rivelare il moto relativo di due radiotelescopi (e quindi della terra sottostante), oppure possono essere usate con tecniche d'interferometria per eseguire osservazioni con radiotelescopi virtuali del diametro pari alla distanza tra i radiotelescopi effettivamente utilizzati, quindi nei casi estremi 12.000 km.
I radiotelescopi sono occasionalmente usati anche nella ricerca di segnali radio emessi da ipotetiche civiltà extraterrestri SETI.
Nella vita quotidiana lo studio della radioastronomia ha permesso un radicale cambiamento nelle telecomunicazioni a livello planetario, dagli anni ottanta Radio, Televisioni, cellulari, wi-fi ma anche internet sfruttano tecnologia migliorata dalla ricerca delle onde radio.

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