giovedì 9 aprile 2020

Le mani dipinte sulla roccia tra storia, arte e simbolismo


«Cantami, o Diva, del Pelide Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò, da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille.»

Sono passati ormai sette anni da quando non scrivo più nel mio blog personale.
Sono accadute tante cose nella mia vita personale che per un motivo o un altro mi hanno spinto a mettere da parte questa passione di raccontare.
Sono cambiato in questo periodo di tempo e vedo le cose, si con i miei di occhi di sempre, ma con un approccio diverso.
Penso di essermi ritrovato, di avere il tempo, la voglia di descrivere di nuovo ciò che vedo.

Attualmente lavoro in una fonderia; ciò che fai sei, dice qualcuno… il lavoro pur essendo faticoso, a volte mi da il modo di ricavarmi del tempo nella mia mente per riflettere, per immaginare e sognare cosa fare nel tempo a me concesso.

Le prime parole scritte in questo post, come avrete dedotto, sono tratte dall’Iliade Libro I; è molto facile scrivere con parole altrui, copiare ed incollare ma solo perché non sono in grado di dire, scrivere e formulare pensieri così profondi ed originali.

Non c’è nulla di male nel ripercorrere i sentieri già tracciati da altri, si possono fare propri o semplicemente essere uno spunto per migliorare, in questo ambito, la mia esistenza.
Il lasciare una traccia, una impronta di noi è sempre stato sentito dall’uomo come elemento di immortalità e di presenza su questa terra; tramite le arti e tramite la discendenza mi viene da scrivere… ma il tempo è tiranno, la gente dimentica e le cose si perdono nella notte. Non è cosa da condannare, è una componente dell’uomo che fa parte della natura e dei suoi cicli.



La storia e la memoria pur essendo componenti della stessa entità sono due cose separate; la memoria di tante persone può dare modo agli storici di raccontare gli avvenimenti andando oltre ai documenti ufficiali ma rimane sempre rilegata alla persona, di chi la racconta e quindi soggettiva.

Ma per concludere questo post, per spiegare perché ho ripreso a scrivere e di raccontare è l’idea di descrivere il territorio in cui vivo tramite la fotografia supportandola da una descrizione dei luoghi e da una breve riflessione personale.
Descrizione del territorio inteso come viaggio tra quotidiano e senso della vita, in una costante ricerca del bello, del buon gusto, dell’armonia e dell’equilibrio.
Attraverso il mutare delle stagioni con i suoi colori, cerco tramite l’occhio della fotocamera di esprimere questi sentimenti.
Questo che stiamo vivendo è un periodo difficile, ma non è un motivo per smettere di osservare con il cuore ciò che ci circonda, bisogna sforzarsi e cercare in un modo o nell’altro di tramandare ciò che è e ciò che è stato.

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