martedì 30 giugno 2020

Personaggio: Giuseppe Scarabelli

Era probabilmente il 1982 o il 1983 quando abitavo a Rovigo che, mio fratello giocava con i suoi amici del tempo a D&D. Non mi facevano partecipare perché ero troppo piccolo però potevo stare in camera con loro. Durante le loro partite, ascoltavano sempre canzoni di Alan Stivell, dei The Clennad e dei The Dubliners... le avventure di guerrieri di maghi ed elfi mi facevano sognare avventure e la musica amplificava quell’atmosfera fantasy che si era creata.
Poi una sera in televisione hanno trasmesso il film Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta e quel film, insieme alle storie raccontate durante le partite di quel Role Play hanno messo in me il seme per la passione dell'archeologia e l’avventura.
Avrei voluto diventare da grande un archeologo... il tempo passa e si prendono decisioni diverse, ma la passione per ciò che è stato e per il passato è sempre rimasta.

Per tornare ai nostri giorni e al trek fatto sul Sentiero CAI 703 oggi vi racconto la vita di Giuseppe Scarabelli, un “Indiana Jones” imolese…

Giuseppe Scarabelli

Giuseppe Scarabelli (Imola 1820–1905) è stato un geologo, paleontologo e politico italiano; è ricordato come fondatore dell'archeologia preistorica italiana ed è stato il primo archeologo a realizzare in Italia uno scavo stratigrafico.

Dopo l'istruzione primaria e secondaria, intraprese gli studi di anatomia presso le università di Bologna. Passò poi allo studio delle scienze naturali di Pisa. Qui ebbe l'occasione di assistere alle lezioni di Paolo Savi e Leopoldo Pilla dai quali apprese le tecniche di ricerca della geologia stratigrafica che, Scarabelli approfondì e migliorò.

Nell'imolese, Scarabelli intraprese indagini sistematiche relative alla giacitura e all'età delle ossa di alcuni grandi mammiferi che in tempi preistorici avevano abitato l'Appennino limitrofo. Un altro innovativo filone di ricerca, fu rappresentato dallo studio delle armi di pietra ivi raccolte. Nel 1850 pubblicò i risultati delle sue ricerche, nello studio Osservazioni intorno alle armi antiche di pietra dura che sono state raccolte nell'imolese, che ad oggi è considerato uno dei primi contributi scientifici sulla preistoria italiana, con particolare riferimento ad oggetti del Paleolitico e del Neolitico.

Nel 1857 fu tra i fondatori del «Gabinetto di Storia Naturale» di Imola, primo nucleo del Museo che è oggi a lui intitolato.

Museo Giuseppe Scarabelli
Protagonista del periodo di fervore di studi e di pubblicazioni specialistiche della seconda metà del XIX secolo, fu promotore dei Congressi Internazionali di Geologia e di quelli Antropologia e Archeologia. Precursore della moderna ricerca archeologica, presentò al Congresso di Bologna del 1871 le scoperte effettuate nella Grotta del Re Tiberio (nella Vena del Gesso Romagnola), il primo scavo effettuato con metodo stratigrafico. Nel 1878 all'Esposizione Universale di Parigi fu premiato per la sua Carta Geologica di parte dell'Appennino alla scala 1:200.000 con la medaglia di bronzo.



Tra il 1873 e il 1883 fu impegnato negli scavi archeologici nel villaggio preistorico sito sul monte Castellaccio (ubicato all'interno del parco acque minerali di Imola). Il voluminoso saggio che ne derivò, “La stazione preistorica sul Monte Castellaccio” , risulta ancora oggi l'unico caso di scavo integrale di un villaggio dell'Età del Bronzo in Italia.

Fervente patriota, Scarabelli partecipò ai moti risorgimentali fino al voto di annessione della Legazione delle Romagne al Regno di Sardegna (1859).
Fu il primo sindaco di Imola dopo la proclamazione del Regno d'Italia e nel 1864 fu nominato senatore del Regno.
Vista dal Sentiero CAI 703
Scarabelli è stato uno studioso unico per il suo tempo; camminare sul Sentiero CAI 703 e nei luoghi dove lui ha trovato i fossili, oggi custoditi all'interno del museo di Imola, è stato emozionante.
Sapevo dov'ero, sapevo dove stavo camminando, quando guardavo dai calanchi verso il fiume Santerno mi immaginavo di trovarlo li, ad effettuare i suoi scavi e a riportare alla luce antichi fossili. Sono convinto che se si cerca ancora al Rio Mescola, qualcosa salta fuori... Ancora una volta la fantasia mi ha portato lontano e al mio sogno di archeologo, mancava solo il suono di un’arpa Bretone...

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