venerdì 5 giugno 2020

Trek Sentiero CAI 703 Anello Luca Ghini

"Anche se giriamo il mondo in cerca di ciò che è bello,

o lo portiamo già in noi,

o non lo troveremo."
Ralph Emerson Waldo

Oggi vi parlo di un trek particolare; un trek a pochi chilometri da Imola ma che presenta anche tratti con un livello tecnico impegnativo.
Il ricordo che ho di questo posto è legato ad una gita di quarta elementari, quando con la scuola ci recammo al Rio Mescola, per "cercare" dei fossili, come fece più di 100 anni prima il paleontologo imolese Giuseppe Scarabelli.

Il Sentiero CAI 703 si trova nella Val Santerno, sulla sponda sinistra del fiume e all'inizio del centro urbano di Borgo Tossignano che dista circa 15km da Imola.

Descrizione del trek:
Provenendo da Imola, ho parcheggiato l'auto a lato della SS n°610 Montanara poco prima del ponte sul fiume, che precede Borgo Tossignano, nei pressi del masso gessoso del Sasdello.
Il sentiero è di facile individuazione; aggirando un’abitazione, il sentiero, sale fino ad una ripidissima salita che immette su una lunga cresta calanchiva che porta allo spartiacque col Rio Mescola.



Il fiume pare già lontano e la vista sulla valle e su Borgo Tossignano è già affascinante.

Ho avuto tra l'altro la fortuna di una bella giornata soleggiata, il che ha reso tutto più bello.

Si oltrepassata una casa, si prosegue, e salendo si aggira monte Penzola, sormontato da una croce.

Si può salire al punto panoramico, prestando attenzione, da dove la vista sulla vallata del Santerno è stupenda.

Per le persone che intendono fare una semplice passeggiata, potrebbero già fermarsi qui e tornare indietro da dove sono venuti.
Il posto regala un panorama sulla vallata e forti emozioni; immagino il posto di notte, sotto un cielo stellato... deve essere altrettanto stupendo.
Monte Penzola e la croce sulla sua somità
vista sulla Val Santerno da monte Penzola
Per chi intende invece proseguire, si oltrepassa Budriolo (attenzione ai cani pastore da guardia) dove il sentiero piega, in leggera salita, a destra. Passato un prato/seminativo prendete la cresta argillosa che sale al Monte dell’Acqua Salata e che dovrà essere percorsa. Poco distante dal sentiero si trova una piccola sorgente per l’appunto salata, ma che io non ho trovato.

Malgrado l’intricata vegetazione sono ben riconoscibili, sul lato meridionale del monte, le numerose trincee scavate dai tedeschi durante l’ultimo conflitto e conquistate, all’arma bianca, dagli Argyll britannici nel settembre del 1944.

Via Sconcola vista da Monte Maggiore
La discesa verso il rudere della Carré, sul crinale che fa da spartiacque con il torrente Sellustra, offre un bel panorama sulla successione di calanchi pliocenici tutti sormontati da “cappellacci” sabbiosi giallastri.

Si imbocca, via Sconcola, una strada bianca, che porta all’ex-cava di ghiaia di Monte del Verro, ma io sono salito fino sull’orlo del Rio Mescola.


I resti della chiesa
Il tratto che segue, piega a sinistra, richiede attenzione, specie con fondo bagnato, esposto com’è sui calanchi sottostanti ma in breve arriva alla cima del Monte Maggiore m 455, dove una croce ricorda la chiesa di S.Margherita, distrutta dagli eventi bellici.

La vista sui calanchi, con le loro forme, i colori della natura mi hanno lasciato a bocca aperta. Seguire con lo sguardo il volo di un falchetto che plana senza sbattere le ali, ma mosso solo dal vento, mi ha fatto perdere il trascorrere del tempo in quel luogo stupendo. Mi chiedo perché l'uomo abbia voluto rinunciare a tutto ciò...

I resti della casa
Proseguendo nel trek, durante la successiva discesa si lambiscono delle trincee tedesche ben individuabili nella macchia e si raggiunge, l’edificio che ha rimpiazzato l’antica casa natale di Luca Ghini.


Si arriva quindi al passetto dei Ponti di Croara, da percorrere con molta attenzione e si immette nella valle del Rio di Casale.
Si usufruisce di un breve tratto della strada asfaltata che passa tra la nuova chiesa e il sito della antica Croara.



Una pista, sulla destra, immette nuovamente sulle balze del Rio Mescola, si oltrepassa il grande pino secco dei Sabbioni e, al rudere di Ca’ Frascari, si sale a destra per affrontare poi la ripida discesa che porta a fondovalle, al ponticello sul Rio Mescola e alla SS n°610 Montanara, non lontano da dove ho cominciato l'escursione.


L'ultima discesa, ammetto, mi ha stroncato le gambe ma sono felice del trek effettuato perché oltre ai posti meravigliosi che ho visto, ho potuto percorrere un piccolo tratto del Cammino di sant'Antonio che inizia a Padova e che finisci a La Verna.

È un trekking bello ed interessante: la vista sul Santerno prima e poi sui calanchi rendono questo posto un gioiellino facile da raggiungere. Il mio consiglio è di farlo in primavera quando la natura è al culmine dei colori e non fa ancora caldo; in quanto è percorso tutto sotto il sole, e a bassa quota.


Scrivo ancora poche righe.
Prima di arrivare alla fattoria con i cani pastore, ci sono dei cartelli posti dal contadino sui confini di proprietà. Leggete bene come comportarvi con i cani perché i maremmani sono da guardia, proteggono le pecore e la proprietà, in quanto sulle colline circostanti ci sono i lupi.
Nei prossimi post scriverò del botanico Luca Ghini e del paleontologo Giuseppe Scarabelli due imolesi importanti a livello nazionale e mondiale.

Tracciato dell'escursione Sentiero 703 ghini Luca con L'applicazione Wikilock

Se avete intenzione di fare anche voi questa escursione, vi lascio di seguito il link del tracciato con l'applicazione wikilock.

https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/borgo-tossignano-bo-anello-sentiero-cai-703-34789963


Sàpere aude

Ciao e buon cammino a tutti.


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