Nell'ombra
della notte si ritorna soli.
È l'ora che preferisco per viaggiare in bicicletta,
al raggio delle stelle su la strada vuota,
per la bianchezza della quale l'occhio vede da lungi sicuramente.
Dove si corre?
È l'ora che preferisco per viaggiare in bicicletta,
al raggio delle stelle su la strada vuota,
per la bianchezza della quale l'occhio vede da lungi sicuramente.
Dove si corre?
Alfredo
Oriani - In bicicletta 1902
Alfrdo Oriani |
Stavo
facendo il trek da Imola a Borgo Tossignano che all’interno
del Parco Regionale della vena del gesso Romagnola, mi sono imbattuto
nei ruderi della Villa Le Banzole.
Paro Regionale della vena del gesso. |
Parco Regionale della vena del gesso. |
Per
curiosità, mi
sono messo a girovagare per questa casa antica padronale del 800' ...
doveva essere grande, possedeva una cappella privata, diversi annessi
agricoli e un grande giardino con tigli e cedri.
La
villa era appartenuta agli
Oriani, una famiglia terriera della piccola aristocrazia
romagnola.
Una
piccola ricerca, fatta a casa al mio ritorno, mi ha portato a
conoscere lo scrittore romagnolo Alfredo Oriani, ed ora vorrei
condividere con voi quello che ho letto inerente questo
personaggio.
Per
quanto discendesse da una famiglia privilegiata della piccola
aristocrazia, ebbe un'infanzia difficile e priva di affetti. Il
ragazzo crebbe scontroso e solitario, e più tardi rivelò queste sue
caratteristiche anche nelle proprie opere.
Si
recò a Roma per frequentare la facoltà di Legge. Da Roma passò a
Bologna,
dove fece pratica nello studio di un legale. Intanto la sua famiglia
si era trasferita da Faenza a Casola, nella Valle del Senio, dove
possedeva una casa, «Villa del Cardello». In questa dimora Oriani
trascorse interamente la propria esistenza, un'esistenza amareggiata
da continue delusioni per l'invincibile silenzio che la critica
manteneva intorno alle sue pubblicazioni. Morì, in solitudine, il 18
ottobre 1909. Ebbe per confessore don Lorenzo Costa, anch'egli
scrittore, che lasciò una testimonianza scritta a ricordo di
Oriani.
Le
opere dell'Oriano spaziano dal romanzo ai trattati di politica e di
storia, dai testi teatrali agli articoli giornalistici, sino alla
poesia.
La
sua fama di scrittore fu a lungo legata soprattutto alle opere di
pubblicistica storica e politica: Fino a Dogali
(1889),
in cui analizzò le cause della crisi religiosa ed economica della
nuova Italia; La politica in Italia (1892) che narra le vicende
storiche italiane dal Medioevo al Risorgimento; La rivolta ideale
(1908), nella quale lo scrittore espone il proprio credo politico,
affermando la necessità di uno Stato forte che regoli con ampi
poteri la vita sociale.
Molto
importanti sono però anche le opere letterarie, fra cui si
annoverano autentici capolavori del calibro di Gelosia (1894) e
Vortice (1899). Uno dei suoi ultimi lavori fu Bicicletta (1902), una
raccolta di novelle in cui egli abbandonò lo stile enfatico e
veemente dei suoi primi racconti per una scrittura più scorrevole e
spontanea. L'opera fu tratta da un'esperienza vissuta nel 1897:
nell'estate di quell'anno Oriani effettuò un solitario viaggio dalla
Romagna alla Toscana in
sella a una Bremiambourg da corsa a scatto fisso.
Fino
alla prima guerra mondiale l'opera di Oriani fu scarsamente
apprezzata. L'unica considerazione degna di nota provenne da
Benedetto Croce che, in un saggio del 1908, gli riconobbe il merito
di aver criticato il positivismo allora imperante nella cultura
italiana e di aver fatto riferimento ad Hegel e allo storicismo.
Apprezzamento per il pensiero di Oriani venne anche dal
Gramsci.
Dopo
la fine della Grande Guerra il fascismo si appropriò del pensiero di
Oriani e tese a valorizzarlo e a diffonderlo con la pubblicazione
delle opere complete, edite in 30 volumi da Cappelli. Quest'opera
venne curata da Benito Mussolini in persona: il fascismo infatti, a
partire dalla «Marcia al Cardello», riconobbe nella sua figura un
precursore dei propri valori..
Nel
secondo dopoguerra lo scrittore venne ostracizzato per via
dell'appropriazione della sua opera da parte del fascismo. Soltanto a
partire dagli anni settanta, grazie al lavoro di eminenti studiosi
quali Giovanni Spadolini ed Eugenio Ragni, si è assistito ad una
ripresa d'interesse per la sua produzione, sia quella saggistica sia
quella narrativa.
Negli
anni successivi l'Ente è diventato Fondazione. La «Fondazione Casa
di Oriani» che continua l'opera di diffusione del pensiero di
Oriani.
Questo
è quanto... che dire, un personaggio particolare, forse una persona
infelice in vita ma almeno ad oggi gli viene riconosciuto il suo
talento e valore... .è stato piacevole per me scoprirlo e trovare
una sua casa sul mio cammino.
Ancora
una volta camminare mi regala emozioni diverse: non solo mi rinforza
il corpo e rasserena
l'anima ma, mi arricchisce sempre più. Questa
volta in un modo completamente diverso: non con un paesaggio, o la
visita ad un castello ma, nell’avere conosciuto uno scrittore
romagnolo noto solo per il nome della bibbloteca di storia
contemporanea a Ravenna.
Omnia
cum tempore
Ciao
e buon cammino a tutti
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