mercoledì 7 ottobre 2020

Personaggio: Alfredo Oriani

Nell'ombra della notte si ritorna soli.
È l'ora che preferisco per viaggiare in bicicletta,
al raggio delle stelle su la strada vuota,
per la bianchezza della quale l'occhio vede da lungi sicuramente.
Dove si corre?

Alfredo Oriani - In bicicletta 1902
Alfrdo Oriani
Stavo facendo il trek da Imola a Borgo Tossignano che all’interno del Parco Regionale della vena del gesso Romagnola, mi sono imbattuto nei ruderi della Villa Le Banzole.
I ruderi di Villa Banzole.
Paro Regionale della vena del gesso.
Parco Regionale della vena del gesso.
Per curiosità, mi sono messo a girovagare per questa casa antica padronale del 800' ... doveva essere grande, possedeva una cappella privata, diversi annessi agricoli e un grande giardino con tigli e cedri.
La villa era appartenuta agli Oriani, una famiglia terriera della piccola aristocrazia romagnola.

Una piccola ricerca, fatta a casa al mio ritorno, mi ha portato a conoscere lo scrittore romagnolo Alfredo Oriani, ed ora vorrei condividere con voi quello che ho letto inerente questo personaggio.

Alfredo Oriani (Faenza, 22 agosto 1852 Casola Valsenio, 18 ottobre 1909) è stato uno scrittore, storico e poeta italiano.

Per quanto discendesse da una famiglia privilegiata della piccola aristocrazia, ebbe un'infanzia difficile e priva di affetti. Il ragazzo crebbe scontroso e solitario, e più tardi rivelò queste sue caratteristiche anche nelle proprie opere.

Si recò a Roma per frequentare la facoltà di Legge. Da Roma passò a Bologna, dove fece pratica nello studio di un legale. Intanto la sua famiglia si era trasferita da Faenza a Casola, nella Valle del Senio, dove possedeva una casa, «Villa del Cardello». In questa dimora Oriani trascorse interamente la propria esistenza, un'esistenza amareggiata da continue delusioni per l'invincibile silenzio che la critica manteneva intorno alle sue pubblicazioni. Morì, in solitudine, il 18 ottobre 1909. Ebbe per confessore don Lorenzo Costa, anch'egli scrittore, che lasciò una testimonianza scritta a ricordo di Oriani.

Le opere dell'Oriano spaziano dal romanzo ai trattati di politica e di storia, dai testi teatrali agli articoli giornalistici, sino alla poesia.

La sua fama di scrittore fu a lungo legata soprattutto alle opere di pubblicistica storica e politica: Fino a Dogal
i (1889), in cui analizzò le cause della crisi religiosa ed economica della nuova Italia; La politica in Italia (1892) che narra le vicende storiche italiane dal Medioevo al Risorgimento; La rivolta ideale (1908), nella quale lo scrittore espone il proprio credo politico, affermando la necessità di uno Stato forte che regoli con ampi poteri la vita sociale.

Molto importanti sono però anche le opere letterarie, fra cui si annoverano autentici capolavori del calibro di Gelosia (1894) e Vortice (1899). Uno dei suoi ultimi lavori fu Bicicletta (1902), una raccolta di novelle in cui egli abbandonò lo stile enfatico e veemente dei suoi primi racconti per una scrittura più scorrevole e spontanea. L'opera fu tratta da un'esperienza vissuta nel 1897: nell'estate di quell'anno Oriani effettuò un solitario viaggio dalla Romagna alla Toscana in sella a una Bremiambourg da corsa a scatto fisso.

Fino alla prima guerra mondiale l'opera di Oriani fu scarsamente apprezzata. L'unica considerazione degna di nota provenne da Benedetto Croce che, in un saggio del 1908, gli riconobbe il merito di aver criticato il positivismo allora imperante nella cultura italiana e di aver fatto riferimento ad Hegel e allo storicismo. Apprezzamento per il pensiero di Oriani venne anche dal Gramsci.

Dopo la fine della Grande Guerra il fascismo si appropriò del pensiero di Oriani e tese a valorizzarlo e a diffonderlo con la pubblicazione delle opere complete, edite in 30 volumi da Cappelli. Quest'opera venne curata da Benito Mussolini in persona: il fascismo infatti, a partire dalla «Marcia al Cardello», riconobbe nella sua figura un precursore dei propri valori..

Nel secondo dopoguerra lo scrittore venne ostracizzato per via dell'appropriazione della sua opera da parte del fascismo. Soltanto a partire dagli anni settanta, grazie al lavoro di eminenti studiosi quali Giovanni Spadolini ed Eugenio Ragni, si è assistito ad una ripresa d'interesse per la sua produzione, sia quella saggistica sia quella narrativa.

Il Cardello, casa di Alfredo Oriani
Nel 1975 il parco che circonda il Cardello è stato dichiarato Zona di notevole interesse pubblico dal Ministero per i Beni cultuali. Nel 1978 gli eredi dello scrittore hanno ceduto la villa-museo all'Ente Casa di Oriani.

Negli anni successivi l'Ente è diventato Fondazione. La «Fondazione Casa di Oriani» che continua l'opera di diffusione del pensiero di Oriani.

Questo è quanto... che dire, un personaggio particolare, forse una persona infelice in vita ma almeno ad oggi gli viene riconosciuto il suo talento e valore... .è stato piacevole per me scoprirlo e trovare una sua casa sul mio cammino.

Ancora una volta camminare mi regala emozioni diverse: non solo mi rinforza il corpo e rasserena l'anima ma, mi arricchisce sempre più. Questa volta in un modo completamente diverso: non con un paesaggio, o la visita ad un castello ma, nell’avere conosciuto uno scrittore romagnolo noto solo per il nome della bibbloteca di storia contemporanea a Ravenna.

Omnia cum tempore
Ciao e buon cammino a tutti

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