Ci
sono delle pianure e della vallate che la Geografia sembra aver
predisposto per la Storia.
Sylvain Tesson
Se c'è una
cosa che la scuola riesce a farti ad "odiare" sono la
storia e la geografia.
Date, battaglie, trattati, che noia che
sono e poi sono sempre e sempre gli stessi argomenti... per "fortuna"
la geografia si studia fino alle scuole medie...
Se non lo avete
fatto, leggete il post del trekking Sentiero CAI 717 Anello di
Sant'Andrea, leggetelo, perché oggi vi racconto di
Castiglioncello.
Una piccola lezione di storia e geografia che
poi, forse, a fine lettura apprezzerete.
Secondo me, ci
sono storie che vanno la pena di essere raccontate, altre ricordate,
affinché non cadano nell'oblio del tempo.
L'appennino
Tosco-Romagnolo potrebbe essere visto dal cielo, come un "pettine"
ed i crinali delle sue valli come i denti di questo strumento. Se
avete questa immagine in testa, siamo a buon punto e procedo nel
racconto.
L'appennino Tosco-Romagnolo |
Se si vuole andare da Firenze in Romagna, per
l'orografia del territorio i passaggi obbligatori sono quattro:
Dal
passo della Futa (Firenze-Bologna/Imola), dal passo del Giogo
(Firenze-Imola), dal passo della Colla di Casaglia (Firenze-Faenza) e
dal passo del Muraglione (Firenze-Forli).
La via migliore per
trasportare merci è quella in direzione Bologna utilizzando il passo
del Futa; lo sappiamo oggi, ma lo sapevano ancora prima gli Etruschi
e poi i Romani.
I secondi infatti, dopo la seconda guerra
punica, nel 187 a.C costruirono la via Flaminia militare per
collegare Bononia con Arretium.
Questa strada è stata
utilizzata per secoli, è andata in declino lentamente prima con il
crollo dell'Impero Romano d'Occidente e poi in modo irreparabile con
le guerre gotiche tra bizantini e Longobardi alla fine del V secolo
d.C.
Quando Carlo Magno, re dei Franchi, l'utilizza e la
percorre con il suo esercito nell'800 d.C per andare a Roma, era
ormai in completa rovina.
L'Italia ai tempi dei Longobardi |
Le guerre e la contrapposizioni
di popoli, fecero calare il commercio nella zona, ma non ad
interromperlo completamente.
I mercanti, cercarono percorsi
alternativi e sicuri a scapito del passaggio dal passo della Futa per
portare le loro merci tra la Tuscia e la Pianura
Padana.
Castiglioncello è un antico borgo fortificato che
sorge nel Mugello su una piccola altura tra il fiume Santerno e il
botro Vincarolo, lungo la direttrice Imola - Firenze.
Il borgo,
fu costruito presumibilmente all'inizio del 800 d.C., per controllare
il commercio a fondo valle tra la Romagna e la Tuscia.
Ma tu
guarda, che coincidenza, due dei quattro passi che ho elencato prima,
sono proprio in questa valle.
Credo che fu realizzato anche, per
difendere la popolazione e per controllare il territorio durante le
guerre che interessarono quella zona nell'alto medioevo.
Il
Mugello è una zona di confine che da sempre è stata spartiacque tra
la pianura padana e l'Etruria, da sempre abitata e contesa nel tempo
proprio perché chiave di accesso tra le due realtà territoriali e i
due mari principali d'Italia.
Proprio la posizione
strategica di Castiglioncello è determinante per la sua storia. Nel
medioevo i diversi casati prima gli Ubaldini Toscani e poi gli
Alidosi Romagnoli dopo, si contesero quelle zone di confine per
esigere il pagamento di salati pedaggi fino a quando Firenze con i
Medici penetraromo nel territorio.
Fu poi dogana tra il
Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio
Successivamente a
questi avvenimenti vennero costruite nuove strade più agibili e
quindi fuori dal paese che la collegavano a Bologna e Firenze. Questo
causò a partire dal XVIII secolo un lento ma
irreversibile declino che si concluse con la seconda guerra
mondiale.
La famosa linea gotica era in quella zona, gli
anglo-americani sfondarono le linee tedesche tra il passo del Giogo e
del Futa.
Nel 1931 Castiglioncello contava ancora 64 abitanti,
negli anni 60 invece era già del tutto disabitato...
La via principale ed unica del borgo |
Interno di una delle case |
La chiesa di S.S. Giovanni e Paolo |
L'interno della chiesa |
Particolare dell''interno della chiesa |
Vista panoramica in direzione di Castel del Rio |
Arrivando,
ci si rende subito conto che è un posto che ha molto di
particolare, non solo dal punto di vista architettonico.
Una via
unica percorre per la lunghezza l'abitato, le case in pietra e legno
sono quasi tutte a due piani, organizzate secondo la tipologia
classica cinquecento-seicentesca di queste zone: al piano terra la
stalla e al piano di sopra l’abitazione familiare.
Molti dei
pavimenti delle stalle e delle case sono in tavelle di mattoni pieni
messi trasversalmente (l’antico “cotto”).
Spicca
l'edificio della dogana, del 1700 circa; un'abitazione a tre piani
con muri ed una scalinata relativamente conservati, il tetto
purtroppo è parzialmente crollato. Come suggerisce il nome,
all'interno avveniva l'amministrazione doganale tra il Granducato di
Toscana e lo Stato Pontificio, attività svolta fino all'unità
d'Italia.
Nel paese sopravvivono ancora due chiese e per un
gruppo così piccolo di case sono veramente una rarità. Purtroppo
anche questi due edifici sono in uno stato di completo abbandono e
degrado.
Super racconto, bellissime foto, parlano di un lontano passato, le foto trasmettono un certo misticismo che da assolutamente voglia di fare il trekking. Bravissimo
RispondiElimina